La fitoterapia (dal greco phyton=pianta e therapeia=cura), ovvero cura per mezzo delle piante, e' stata la prima forma di medicina di cui si sono avvalsi sia l'uomo primitivo che il primo medico.
I primi uomini, in particolare, furono raccoglitori di erbe, frutti, radici, di cui si servirono come unico nutrimento; in seguito l'istinto, l'esperienza quotidiana e l'osservazione insegnarono ad utilizzare le piante anche a scopo salutare e curativo.
Le piante medicinali occuparono, cosi', la maggior parte dei primi scritti medici, ogni pianta doveva curare almeno una malattia e ad essa si attribuivano azioni medicamentose e curative.
Nell'antica Roma sorse, pero', la necessita' di differenziare la figura del medico da quella del farmacista, finche' nel Medioevo si senti' il bisogno di fornire agli stessi ed in particolare ai farmacisti, una guida che avesse carattere ufficiale: sorsero cosi' le Farmacopee, le prime delle quali avevano assegnato larga parte alle piante officinali.
Nelle Famacopee attuali, invece, le droghe sono notevolmente diminuite.
Le cause di questo fenomeno sono principalmente due: l'uso eccessivo e spesso irrazionale che si faceva delle piante e i miracolosi progressi della chimica.
Oggi, invece, l'uomo torna alle piante utilizzandole senza la fiducia cieca di un tempo, ma con la consapevolezza della loro obiettiva utilita'; ha messo parte delle sue conoscenze a servizio dell'erboristeria per sfruttare maggiormente le risorse vegetali e migliorarne le applicazioni terapeutiche.
Si stima che al mondo esistano oltre 800.000 specie vegetali, alcune ancora sconosciute. Oltre a quelle coltivate, tipo il mais, il grano e il riso, usate per assicurare la sopravvivenza dell'uomo, esistono migliaia di speci definite piante officinali, di cui sono state individuate, nella tradizione culturale di un popolo o nella ricerca scientifica, un impiego utile in campo
terapeutico, salutistico, cosmetico, ecc.